Alzheimer (staminali e alzheimer)
L’importanza dello studio di terapie per la cura dell’Alzheimer è dovuta al fatto che la patologia, oltre ad avere un’alta incidenza sulla popolazione, porta inesorabilmente fino alla morte i pazienti che ne sono colpiti. La malattia provoca la morte di cellule neuronali in varie regioni del cervello in modo progressivo, per cui, coloro che l’hanno contratta perdono gradualmente la memoria e le capacità cognitive.
La distruzione dei neuroni è causata principalmente dalla betamiloide, una proteina che, depositandosi tra queste cellule, le danneggia. La malattia è accompagnata anche da una forte diminuzione nel cervello di un neurotrasmettitore, la acetilcolina, fondamentale per la comunicazione tra neuroni e dunque per il funzionamento della memoria e di ogni altra facoltà intellettiva.
Per contrastare all’avanzamento della patologia si devono innanzi tutto attivare le cellule della glia, per ridurre i depositi amiloidali, per poi procedere alla sostituzione dei neuroni persi a causa del morbo. Sono in atto studi di applicazioni con cellule staminali mesenchimali con l’obbiettivo di correggere entrambe le cause che portano alla malattia. Sperimentazioni su modelli animali hanno sottolineato la grande efficienza delle cellule mesenchimali nell’attivazione della glia e non solo. Grazie alla loro plasticità fenotipica le staminali mesenchimali sono in grado di differenziarsi in entrambe le tipologie di cellule nervose (glia e neuroni). Tutto ciò le rende particolarmente adatte nella terapie rivolte contro il Morbo di Alzheimer. Anche se, c’è da dire, che metodiche di cura non sono ancora del tutto ben sviluppate. Comunque, i primi test clinici, su pazienti affetti dal Morbo, hanno dato risultati promettenti.