Cellule staminali da cordone ombelicale

Cordone ombelicale (cellule staminali del cordone ombelicale)

Cellule staminali ottenute da sangue del cordone ombelicale
Dal sangue del cordone ombelicale si possono estrarre cellule staminali emopoietiche adulte. Le cellule staminali da cordone ombelicale sono utilizzate da tempo per la cura del morbo di Gunther, della leucemia linfocitica acuta e della la sindrome di Hurler. Sono alla base delle terapie per molte altre patologie che interessano in particolare i bambini e si prevede che, in un futuro prossimo, il numero delle malattie curabili con queste cellule, aumenti in modo esponenziale.

Modalità raccolta del sangue cordonale
Il sangue viene estratto dal cordone ombelicale con un prelievo, in circuito chiuso sterile, dalla vena ombelicale. Può essere raccolto sia nei parti spontanei che in quelli con taglio cesareo. Del sangue, una volta estratto, viene misurato il volume e la quantità di globuli bianchi. Devono essere, rispettivamente, non inferiori a 60 ml e 800 milioni. Comunque, tra una banca di conservazione delle staminali e l’altra possono esserci delle differenze. Gli esami sierologici, fatti per scongiurare la presenza di agenti infettivi, vengono effettuati sulla partoriente al momento del parto e a sei mesi dalla donazione.

Modalità di conservazione delle cellule staminali
Il sangue da cordone viene analizzato e i risultati della tipizzazione HLA (human leukocites antigen) che rappresentano le informazioni di compatibilità vengono inserite su dei database mondiali, come ad esempio il BMDW, accessibili da centri trapianto autorizzati. In questo modo, i centri trapianto possono avviare delle ricerche telematiche in tempo reale di un tessuto compatibile con i loro pazienti. Il sangue cordonale, prima di essere conservato in azoto criogenico, a una temperatura compresa tra -130 e -196° centigradi, subisce vari trattamenti ed è deprivato dai globuli rossi. La conservazione delle cellule staminali è detta autologa quanto queste sono destinate allo stesso individuo da cui sono state estratte. In caso contrario la conservazione viene dette eterologa.

I trapianti di cellule staminali
Nei trapianti, prima viene eseguita la ricerca delle cellule staminali secondo la caratterizzazione HLA in modo che queste siano istocompatibili con il ricevente. Trovato il sangue compatibile, viene scongelato e vengono filtrate le sostanze criopreservanti. A questo punto può essere infuso al paziente. Come per la conservazione, un trapianto, in cui le cellule staminali sono ottenute da un donatore estraneo, è detto eterologo. Quando le cellule sono ricavate dallo stesso paziente sul quale sono infuse è detto autologo. Il trapianto, invece, si dice xenogenico, quando il trasferimento avviene tra animali appartenenti a diverse specie.

Normativa italiana
In Italia la conservazione del sangue cordonale è, normalmente, eterologa. Quella autologa è vietata e viene consentita solo se, al momento del parto, sono presenti nel neonato o nei suoi parenti prossimi, delle patologie curabili con il trapianto di cellule staminali da sangue placentare. In questo caso si parla di conservazione dedicata e per praticarla è sufficiente presentare un certificato medico degli specialisti che seguono la persona malata. Per le conservazioni dedicate, i limiti di selezione e di esclusione dal congelamento, sono meno rigidi rispetto a quelle eterologhe. E’ consentito, previa autorizzazione delle autorità competenti, in base al Decreto Ministeriale del 18 novembre 2009, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 31 dicembre 2009, raccogliere il sangue cordonale e spedirlo all’estero per la crioconservazione a pagamento presso banche cordonali private.